A questo punto, ecco allora un utile percorso per valutare quanto contribuire in base alle proprie effettive necessità:
- stimare tramite la “Busta Arancione”, lo strumento online dell’Inps, la propria pensione pubblica;
- in base all’importo ipotetico della propria futura pensione pubblica, stabilire a quanto dovrebbe ammontare l’incremento – tramite rendita integrativa – utile a disporre di una pensione complessiva che consenta di mantenere un tenore di vita adeguato alle proprie esigenze;
- considerare la durata della contribuzione, tenendo presente che più numerosi sono gli anni contribuzione più facilmente sarà possibile accumulare un buon “tesoretto” anche a fronte di versamenti annui contenuti;
- considerare i possibili vantaggi fiscali legati all’adesione a una pensione integrativa e, in particolare, la deducibilità (entro i 5.164 euro del versamento annuo): l’importo netto del versamento sarà dunque inferiore a quanto effettivamente accantonato presso il fondo;
- controllare attentamente sia all’inizio sia nel tempo non solo il proprio livello di contribuzione, ma anche la linea di investimento scelta. L’obiettivo deve cioè essere quello di un rendimento medio complessivo accettabile, ma soprattutto fare scelte in linea con il livello di rischio che si è disposti a tollerare. Livello che può appunto cambiare nel tempo, ad esempio in base all’ammontare del proprio patrimonio o del numero di anni che separano l’aderente alla pensione.
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Luca Mastropietro 3496218837